CAPITOLO IV

VIVERE LA VITA DI GESÙ CRISTO
IN OCEANIA

«Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano» (Lc 5, 4-7).

 

Vita spirituale e sacramentale

Vieni, Santo Spirito!

36. «L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). Quando «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14), Dio entrò nella storia umana così che potessimo divenire «partecipi della natura divina» (2 Pt 1, 4). Vivere in Cristo implica un modo di esistere reso nuovo dallo Spirito. San Paolo parla di «rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera» (Ef 4, 24). La Chiesa in Oceania è stata dotata di molti doni dallo Spirito Santo. Nonostante le grandi diversità di culture e di tradizioni, essa è una nella fede, nella speranza e nella carità, una nella dottrina e nella disciplina cattolica, una nella comunione con la Santissima Trinità.(124) In tale comunione, tutti sono chiamati a vivere la vita di Cristo nel contesto della loro attività quotidiana, a mostrare gli splendidi frutti dello Spirito (cfr Gal 5, 22-23) e a testimoniare l'amore e la misericordia di Dio nel mondo.

Lo spirito di interiorità

37. L'Assemblea Speciale ha sottolineato l'importanza fondamentale che per la Chiesa in Oceania hanno la preghiera e la vita interiore di unione con Cristo. Gli indigeni hanno mantenuto l'apprezzamento per il silenzio, la contemplazione e per il senso del mistero nella vita. L'attività frenetica della vita moderna, con tutte le sue pressioni, rende indispensabile che i cristiani cerchino il silenzio orante e la contemplazione quali condizioni e insieme manifestazioni di una fede viva. Quando Dio non è più al centro della vita umana, allora l'esistenza stessa diviene vuota e senza significato.(125)

I Padri del Sinodo hanno riconosciuto la necessità di dare nuovo impeto ed incoraggiamento alla vita spirituale di tutti i fedeli. Gesù stesso spesso si ritirava «in un luogo deserto e là pregava» (Mc 1, 35). L'evangelista annota: «La sua fama si diffondeva ancor più, folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità; ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare» (Lc 5, 15-16). La preghiera di Gesù è un esempio per noi, specialmente quando siamo attanagliati dalle tensioni e dalle responsabilità della vita quotidiana. I Padri sinodali hanno sottolineato fortemente l'importanza della vita di preghiera, in considerazione del fatto che l'intera regione si trova ad affrontare il crescente impatto della secolarizzazione e del materialismo; e per incitare alla vita interiore, hanno incoraggiato la partecipazione alla Santa Messa, la visita al Santissimo Sacramento, la Via Crucis, il Rosario e altri esercizi di devozione, come pure le preghiere in famiglia.(126) La presenza in Oceania di comunità di vita contemplativa è un richiamo particolarmente forte allo spirito di interiorità che ci aiuta a sperimentare la presenza di Dio nel nostro cuore. Lo spirito di interiorità è fondamentale inoltre nell'ispirare e nel guidare le iniziative pastorali, poiché offre la forza di un genuino amore apostolico in cui si rispecchia l'amore di Dio.

Lectio divina e Sacra Scrittura

38. La Chiesa «esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli [...] ad apprendere la "sublimità della conoscenza di Cristo Gesù" (Fil 3, 8) con la frequente lettura delle divine Scritture [...] Ricordino però che la lettura della Sacra Scrittura dev'essere accompagnata dalla preghiera, perché ci sia un colloquio tra Dio e l'uomo; poiché "quando preghiamo, parliamo con lui; lui ascoltiamo, quando leggiamo gli oracoli divini"».(127) La parola di Dio nell'Antico e nel Nuovo Testamento è fondamentale per tutti i credenti in Cristo ed è la sorgente inesauribile dell'evangelizzazione. La santità di vita e l'attività apostolica efficace nascono dal costante ascolto della parola di Dio. Una rivalutazione della Scrittura ci permette di ritornare alle fonti della nostra fede e di incontrare la verità di Dio in Cristo. La familiarità con le Scritture è richiesta a tutti i fedeli, ma particolarmente ai seminaristi, ai sacerdoti e ai religiosi. Occorre incoraggiarli ad impegnarsi nella lectio divina, quella meditazione calma ed orante della Scrittura che permette alla parola di Dio di parlare al cuore umano. Tale forma di preghiera, privata o in gruppo, approfondirà il loro amore per la Bibbia e la renderà parte essenziale ed elemento vivificante della loro vita quotidiana.(128)

Per questa ragione, la Scrittura dev'essere accessibile a tutti in Oceania, tradotta in maniera accurata e fedele nel più gran numero possibile delle lingue vernacole. Già è stato fatto un lavoro altamente lodevole di traduzione biblica, ma molto resta ancora da fare. Non è tuttavia sufficiente fornire ai molti gruppi linguistici un testo biblico che essi possono leggere; per aiutarli a capire ciò che leggono c'è bisogno di una formazione biblica solida e continuata per quanti sono chiamati ad annunciare ed insegnare la parola di Dio.(129)

Liturgia

39. I Padri del Sinodo hanno riflettuto a lungo sull'importanza della liturgia nelle Chiese particolari in Oceania, e hanno espresso il desiderio che esse continuino ad alimentare la propria vita liturgica in maniera tale che i fedeli possano penetrare più profondamente il mistero di Cristo. Essi hanno preso atto del fatto che una maggiore partecipazione del Popolo di Dio alla liturgia è uno dei frutti del Concilio Vaticano II; e questo, come era nelle intenzioni, ha avuto come conseguenza un maggior senso della missione. La vita cristiana è stata rinvigorita da una rinnovata comprensione e stima della liturgia, specialmente del Sacrificio eucaristico. Il Concilio aveva visto il rinnovamento della liturgia come un processo per giungere ad un approfondimento del significato dei sacri riti, e a tale riguardo molte Chiese particolari sono impegnate nella riflessione teoretica e nell'attuazione pratica ad una effettiva inculturazione delle forme di culto, con il dovuto rispetto per l'integrità del rito romano. Traduzioni adeguate dei testi liturgici e uso appropriato dei simboli tratti dalle culture locali possono evitare l'alienazione culturale degli indigeni quando si accostano al culto della Chiesa.(130) Le parole e i segni della liturgia saranno così quelli della loro anima.

L'Eucaristia

40. L'Eucaristia completa l'iniziazione cristiana ed è la fonte e il culmine della vita cristiana. Cristo è realmente e sostanzialmente presente nel sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, offerti in sacrificio per la salvezza del mondo e condivisi dai fedeli nella comunione. Sin dall'inizio, la Chiesa non ha cessato di obbedire al comando del Signore: «Fate questo in memoria di me» (1 Cor 11, 24). I cattolici dell'Oceania comprendono bene il posto centrale dell'Eucaristia nelle loro vite; sanno che una celebrazione regolare e orante del Sacrificio eucaristico li mette in grado di seguire la via della santità personale e di compiere il loro dovere nella missione della Chiesa. I Padri sinodali hanno riconosciuto di buon grado tale diffusa considerazione ed intenso amore per il più grande Sacramento della Chiesa.

Inoltre, hanno espresso preoccupazione per il fatto che molte comunità dell'Oceania rimangono senza la celebrazione dell'Eucaristia per lunghi periodi.(131) Molte sono le ragioni di questo fatto: la crescente penuria di sacerdoti disponibili per l'attività pastorale; l'aumento, specialmente in Australia, della povertà rurale e la migrazione verso le città, che ha come conseguenza una sempre maggiore diminuzione della popolazione e l'isolamento di molte comunità. Le ampie distanze fra molte isole significano spesso che è impossibile avere un sacerdote residente; pertanto, molte comunità si riuniscono nel Giorno del Signore per atti di culto che non sono la celebrazione dell'Eucaristia. C'è bisogno di molta saggezza e molto coraggio per affrontare una simile incresciosa situazione. Faccio mia l'insistenza del Sinodo affinché si ponga maggior impegno nel risvegliare vocazioni alla vita sacerdotale e per distribuire i sacerdoti nell'intera regione in modo più equo.

Il sacramento della Penitenza

41. «Diventa qui importante per noi riflettere sul fatto che Cristo vuole che il sacramento della Penitenza sia sorgente e segno di una radicale misericordia, riconciliazione e pace. Il modo migliore che la Chiesa conosce di servire il mondo è quello di essere precisamente quello che essa deve essere: una comunità riconciliata e riconciliante di discepoli di Cristo [...] La Chiesa è tanto più se stessa quanto più compie opera di mediazione e di riconciliazione, nell'amore e nella potenza di Gesù Cristo, mediante il sacramento della Penitenza».(132) Questa è la ragione per cui i Padri del Sinodo hanno espresso gratitudine per il fatto che in molte delle Chiese in Oceania il sacramento della Penitenza è ampiamente praticato e apprezzato come sorgente di grazia che risana.

Hanno tuttavia osservato che in alcune Chiese particolari vi sono serie sfide pastorali nei confronti di questo Sacramento; specie nelle società sviluppate, molti fedeli sono confusi o indifferenti circa la realtà del peccato e il bisogno di perdono attraverso la Penitenza. Talvolta, il vero senso della libertà umana non è compreso. La riscoperta del posto fondamentale di questo Sacramento nella vita del Popolo di Dio è stato un profondo desiderio dei Vescovi. Essi hanno caldamente spinto a «che si ponga in atto una catechesi più completa sulla responsabilità personale, la realtà del peccato e il sacramento della Riconciliazione, così da ricordare ai cattolici l'amorevole misericordia di Gesù offerta loro attraverso tale Sacramento e la necessità dell'assoluzione sacramentale per i peccati gravi commessi dopo il Battesimo. In virtù dell'aiuto al progresso spirituale che questo Sacramento reca, i sacerdoti devono essere incoraggiati non solo a riservargli un posto importante nella loro vita, ma anche ad assicurarne la regolare fruibilità da parte dei fedeli quale parte vitale del loro ministero».(133) L'esperienza del Grande Giubileo suggerisce che è giunto il tempo per una tale rinnovata catechesi e pratica del grande Sacramento della misericordia.

L'unzione degli infermi

42. L'amore compassionevole di Cristo viene offerto in una maniera speciale al malato e al sofferente. Ciò è riflesso nella cura che la Chiesa estende a tutti coloro i quali soffrono nel corpo e nello spirito. La rinnovata Liturgia per i Malati è stata uno dei contributi più positivi a quanti si trovano in situazioni nelle quali la vita è messa in pericolo: malattie gravi, interventi chirurgici pericolosi, o la vecchiaia. Gli anziani spesso soffrono per l'isolamento e la solitudine. Celebrazioni comunitarie di questo Sacramento sono spesso di grande aiuto e di consolazione ai malati e ai sofferenti, e si rivelano anche fonte di speranza per coloro che li assistono. I Padri sinodali hanno voluto ringraziare in maniera speciale quanti sono vicini ai malati e ai moribondi, poiché la loro è una testimonianza preziosa dell'amore di Cristo stesso nel momento in cui il malato e il morente potrebbero essere considerati un peso.(134)

 

Il popolo di Dio

La vocazione dei laici

43. Per il discepolato cristiano è fondamentale l'esperienza di essere chiamati alla maniera di Matteo. «Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì» (Mt 9, 9). Nel Battesimo tutti i cristiani hanno ricevuto la chiamata alla santità; ogni vocazione personale è una chiamata a condividere la missione della Chiesa e, date le necessità della nuova evangelizzazione, è davvero importante ora ricordare ai laici nella Chiesa tale chiamata particolare. I Padri del Sinodo si sono rallegrati «del lavoro e della testimonianza di così gran numero di laici, che sono stati una parte importante della crescita della Chiesa in Oceania».(135) Sin dagli inizi della Chiesa in Oceania, i laici hanno contribuito al suo sviluppo e alla sua missione in molti modi diversi e continuano a farlo mediante il coinvolgimento in varie forme di servizio, specialmente nelle parrocchie come catechisti, educatori nella preparazione ai Sacramenti, animatori delle attività giovanili, guide di piccoli gruppi e comunità.

In un mondo che ha bisogno di vedere e udire la verità di Cristo, i laici nelle varie professioni sono testimoni viventi del Vangelo. Animare l'ordine temporale in tutti i suoi molteplici elementi (136) è la chiamata fondamentale dei laici. I Padri del Sinodo hanno dato pieno supporto «ai laici, uomini e donne, che vivono la loro vocazione cristiana principalmente nella vita quotidiana e animano l'ordine temporale mediante "i beni della vita e della famiglia, la cultura, l'economia, le arti e le professioni, le istituzioni della comunità politica, le relazioni internazionali e così via" (Apostolicam actuositatem, 7)».(137) La Chiesa sostiene ed incoraggia i laici che lottano per stabilire la giusta scala di valori nell'ordine temporale e per dirigerlo così verso Dio mediante Cristo. In tal modo, la Chiesa diviene il lievito che fermenta l'intera «farina» (cfr Mt 13, 33) dell'ordine temporale.

I giovani nella Chiesa

44. In molti Paesi dell'Oceania i giovani formano la maggioranza della popolazione, mentre non si può dire lo stesso per nazioni come l'Australia e la Nuova Zelanda. I Padri sinodali hanno voluto trasmettere alla gioventù della Chiesa in Oceania la convinzione di essere chiamata ad essere «sale della terra e luce del mondo» (Mt 5, 13.14). Hanno voluto far sapere ai giovani che sono una parte vitale della Chiesa oggi, e che i responsabili stanno cercando modi adeguati per coinvolgerli maggiormente nella vita e nella missione ecclesiale. I giovani cattolici sono chiamati a seguire Gesù non soltanto in un momento successivo, da adulti, ma subito, come discepoli in via di maturazione. L'auspicio è che siano sempre attratti dalla figura affascinante di Gesù e stimolati dalla sfida dei valori sublimi del Vangelo. Allora potranno essere incaricati di prendere sulle loro spalle l'apostolato attivo al quale la Chiesa li chiama e svolgere la loro parte in modo gioioso ed energico nella vita ecclesiale ad ogni livello: universale, nazionale, diocesano e locale.(138) Oggi «i giovani vivono in una cultura che è loro propria in maniera unica. E essenziale che i responsabili della Chiesa studino la cultura e il linguaggio dei giovani, li accolgano ed inseriscano gli aspetti positivi della loro cultura nella vita e nella missione della Chiesa».(139)

D'altro canto, questo è anche un tempo in cui i giovani si trovano ad affrontare grandi difficoltà: molti non riescono a trovare lavoro, si spostano frequentemente verso le città più grandi dove la pressione dell'isolamento, della solitudine e della disoccupazione li trascinano in situazioni dirompenti. Alcuni si trovano sospinti all'uso delle droghe o ad altre forme di tossicomania e persino al suicidio. E ciò nonostante, anche in queste situazioni i giovani sono spesso alla ricerca di una vita che può essere loro offerta soltanto da Cristo. E perciò indispensabile che la Chiesa proclami il Vangelo ai giovani in modi che essi possono comprendere, in modi che permettano loro di afferrare la mano di Cristo che non cessa mai di avvicinarsi a loro, specialmente nei loro tempi bui.

I Padri sinodali si sono mostrati convinti della necessità di un servizio dei giovani ai giovani e si sono fatti eco dell'appello da me rivolto ai giovani quando ho visitato la regione: «Non abbiate paura d'impegnarvi nel compito di far conoscere e amare Cristo, in particolare tra le numerose persone della vostra età, che costituiscono la maggior parte della popolazione».(140) Insieme con i Padri sinodali, invito i giovani della Chiesa a voler prendere in considerazione nella preghiera la possibilità di seguire Gesù come sacerdoti o nella vita consacrata, poiché la necessità è grande. I Vescovi si sono mostrati pronti a tributare il loro plauso ai giovani per il loro acuto senso di giustizia, l'integrità personale, il rispetto per la dignità umana, le cure nei confronti dei bisognosi e la preoccupazione per l'ambiente. Si tratta di segni di una grande generosità di spirito che non mancheranno di portar frutto nella vita ecclesiale ora, come è sempre stato nel passato.

In molti luoghi i pellegrinaggi della gioventù sono un'iniziativa positiva per la vita dei giovani cattolici.(141) Il pellegrinaggio è stato per molto tempo parte della vita cristiana, e può essere di grande aiuto per dare un senso di identità e di appartenenza. I Padri del Sinodo hanno riconosciuto l'importanza della Giornata Mondiale della Gioventù come un'opportunità per i giovani di sperimentare una genuina communio, come si è visto in maniera straordinaria durante il Grande Giubileo. Essi si riuniscono insieme per ascoltare la parola di Dio presentata in un linguaggio accessibile, per riflettere su di essa nella preghiera, per prendere parte a liturgie e incontri di preghiera stimolanti.(142) Molte volte io stesso ho constatato quanti di loro sono per natura aperti al mistero di Dio rivelato nel Vangelo. Possa il glorioso mistero di Gesù Cristo recare sempre pace e gioia ai giovani dell'Oceania!

Matrimonio e vita familiare

45. «Una manifestazione e attuazione specifica della comunione ecclesiale è costituita dalla famiglia cristiana, che anche per questo può e deve dirsi "Chiesa domestica"».(143) La famiglia, considerata nella sua radice ultima, è un'immagine dell'ineffabile communio della Santissima Trinità. Nella procreazione e nell'educazione dei figli, la famiglia condivide pure l'opera di Dio nella creazione, e come tale è una grande forza per l'evangelizzazione all'interno della Chiesa e oltre i suoi confini. «La Chiesa e la società in Oceania dipendono moltissimo dalla qualità della vita familiare» (144) e ciò implica una grande responsabilità per i cristiani che stipulano il patto coniugale; perciò, «è necessaria una conveniente preparazione pastorale per le coppie che desiderano ricevere il sacramento del Matrimonio».(145)

Come istituzione, la famiglia avrà sempre bisogno della cura pastorale concertata della Chiesa, e sarà necessario tener conto delle esigenze e delle responsabilità delle famiglie più numerose. La Chiesa e le autorità civili devono sentirsi impegnate a provvedere a tutti i possibili servizi e aiuti per sostenere i genitori e le famiglie. La Chiesa è particolarmente cosciente del diritto delle donne alla libertà nella scelta del matrimonio, come pure del loro diritto al rispetto all'interno del matrimonio stesso. La poligamia, che tuttora esiste in alcune aree, è una causa grave di sfruttamento delle donne. Più in generale, i Padri sinodali hanno mostrato preoccupazione per la condizione sociale delle donne in Oceania, ed hanno insistito perché sia rispettato il principio di un'uguale retribuzione per un medesimo lavoro, come pure la facoltà della donna di accedere al mondo del lavoro. Allo stesso tempo, è estremamente importante che le madri non siano penalizzate perché devono restare a casa per la cura dei bambini, considerando che la dignità di genitori è grandissima e la cura dei figli è il valore più importante.

Nelle famiglie in cui ambedue i genitori sono cattolici, è più facile che essi condividano la propria fede con i figli. Pur riconoscendo con gratitudine quei matrimoni misti che hanno successo nel nutrire la fede sia degli sposi sia dei figli, il Sinodo incoraggia gli sforzi pastorali volti a promuovere matrimoni fra persone della stessa fede.(146)

Al giorno d'oggi in Oceania, come altrove, il matrimonio e la famiglia si trovano ad affrontare molte pressioni, che possono corroderne la funzione di cellula basilare della società umana, con conseguenze gravi per la società stessa. Come ho segnalato quando sono stato in Australia, «la concezione cristiana del matrimonio e della famiglia viene contestata da una nuova visione secolare, pragmatica e individualistica che ha conquistato terreno nel campo legislativo ed ha ottenuto una certa "approvazione" nell'opinione pubblica».(147) Prendendo atto di ciò, i Padri sinodali hanno affermato l'urgenza che «i programmi pastorali offrano sostegno alle famiglie che si trovano a dover affrontare i seri problemi della società moderna. Molte famiglie, sia nella cultura urbana sia in quella tradizionale, soffrono gravemente a causa dell'alcolismo, della droga, e di altre dipendenze, specialmente quella del gioco d'azzardo [...] Di fronte alle difficoltà che si pongono oggi davanti al matrimonio e alla vita familiare, con la triste realtà della mancanza d'armonia nelle coppie, delle separazioni e dei divorzi»,(148) il Sinodo ha richiamato l'urgenza di una rinnovata catechesi sugli ideali del matrimonio cristiano. La Chiesa ha un'opportunità unica di presentare il matrimonio in modo nuovo come un patto che, in Cristo, dura tutta la vita, basandosi sulla donazione generosa di sé e sull'amore incondizionato. Questa splendida visione del matrimonio e della famiglia offre una verità salvifica non solo alle persone ma all'intera società. Pertanto, i principi teologici che stanno alla base dell'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e la famiglia devono essere spiegati a tutti in modo accurato e convincente.(149)

I programmi di arricchimento spirituale nel matrimonio possono aiutare le coppie ad approfondire la dedizione ai loro impegni e la gioia nel dono dell'amore sponsale. Se, tuttavia, il matrimonio in qualsiasi maniera è minacciato, ai sacerdoti è richiesto di prestare ogni possibile attenzione a quanti si trovano nell'afflizione. Il Sinodo si è dimostrato conscio del grande zelo di quei genitori che sono rimasti soli nel compito di crescere ed educare i figli, ed ha espresso profondo apprezzamento nei confronti di queste persone che cercano di vivere il Vangelo spesso in circostanze difficili. Ad esse e ai lori figli occorrerà che i sacerdoti, le scuole cattoliche e i catechisti prestino speciale attenzione.(150)

Le donne nella Chiesa

46. La lunga teoria di Santi di tutte le epoche rende chiaro che le donne hanno sempre recato doni unici e indispensabili alla vita della Chiesa, e che senza questi doni la comunità cristiana sarebbe gravemente impoverita.(151) Oggi più che mai, la Chiesa ha bisogno delle capacità e delle energie, come pure della santità delle donne, se si vuole che la nuova evangelizzazione porti i frutti così ansiosamente sperati. Mentre alcune donne si sentono tuttora escluse nella Chiesa ed anche nell'intera società, molte altre trovano un senso profondo di appagamento nel contribuire alla vita parrocchiale, nel partecipare alla liturgia, alla vita di preghiera, e alle opere apostoliche e caritative della Chiesa in Oceania. E importante che la Chiesa a livello locale consenta alle donne di svolgere la loro legittima parte nella sua missione: non si dovrebbe mai permettere che si sentano forestiere. Molte forme dell'apostolato laicale e molti programmi di formazione laicale sono aperti alle donne, come pure vari ruoli di responsabilità che consentono loro di porre i propri doni più abbondantemente al servizio della missione della Chiesa.(152)

Nuovi movimenti ecclesiali

47. Uno dei «segni dei tempi» per la Chiesa in Oceania è l'affermarsi di nuovi movimenti ecclesiali, che sono un ulteriore frutto del Concilio Vaticano II. Essi offrono uno stimolo e un sostegno potenti ai cattolici di tutte le età nello sforzo di vivere più intensamente la vita di discepolato; all'interno di alcuni di essi, poi, stanno sbocciando un buon numero di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, e questo è motivo di vera gratitudine. Attraverso questi movimenti ecclesiali, molti cattolici stanno riscoprendo Cristo più in profondità, un'esperienza che permette loro di essere fedeli nelle culture di oggi, nonostante le difficoltà. Mentre i movimenti aiutano le persone a crescere nella dimensione cristiana, recano anche alla Chiesa molti doni di santità e di servizio.(153) Nell'accoglierli quali segni dello Spirito Santo all'opera nella Chiesa, i Padri del Sinodo hanno chiesto che essi operino all'interno delle strutture delle Chiese particolari per aiutare la costruzione della communio della Diocesi in cui si trovano. Il Vescovo locale dovrebbe «esercitare il giudizio pastorale nell'accoglierli e nel guidarli, chiedendo loro di rispettare i piani pastorali della Diocesi».(154)

 

Ministeri ordinati e vita consacrata

Vocazioni e seminari

48. Dati il ruolo essenziale del sacerdozio e la grande importanza della vita consacrata nella missione della Chiesa, i Padri dell'Assemblea Speciale hanno sottolineato la testimonianza offerta da Vescovi, sacerdoti e consacrati mediante la preghiera, la fedeltà, la generosità e la semplicità di vita.(155) Il campo in cui essi operano è vasto e il loro numero relativamente piccolo. Tuttavia, l'Oceania ha molti giovani, che sono una risorsa spirituale preziosa; fra di loro, indubbiamente, vi sono molti chiamati al sacerdozio o alla vita consacrata. «Vorrei che un numero sempre più grande di vostri giovani potesse attentamente ascoltare e prontamente accogliere queste parole di Cristo che parlano di una speciale scelta personale da parte di Dio per una fecondità apostolica: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga" (Gv 15, 16)».(156) I Padri del Sinodo hanno sottolineato la preoccupante mancanza di sacerdoti e di consacrati in Oceania. La promozione delle vocazioni è una responsabilità urgente di ogni comunità cristiana. Ciascun Vescovo dovrebbe sforzarsi di istituire e far funzionare un piano per promuovere le vocazioni sacerdotali e religiose ad ogni livello: nella Diocesi, nella parrocchia, nella scuola e nella famiglia. I Padri sinodali guardano al futuro con speranza e fiducia, pregando «il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe» (Lc 10, 2), saldi nella fede che «Dio stesso provvederà» (Gn 22, 8).

Nei seminari, i sacerdoti del futuro vengono formati ad immagine del Buon Pastore, «unendosi a Cristo nell'ossequio alla volontà del Padre e nel dono di sé per il gregge loro affidato».(157) Ciascun Vescovo è responsabile della formazione del clero locale nel contesto della cultura e della tradizione del posto. A tale proposito, i Padri del Sinodo hanno chiesto che «siano presi in seria considerazione modelli più flessibili e creativi di formazione e di apprendimento»,(158) che tengano conto degli elementi essenziali di una formazione ben integrata dei candidati al sacerdozio in Oceania: formazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale.(159) Contemporaneamente, i Vescovi hanno espresso «cautela nei confronti degli eccessi del clericalismo o del secolarismo e i pericoli di una competenza accademica inadeguata, che è talvolta il risultato della formazione dei seminari d'oggi, i quali dimenticano i bisogni profondi a livello degli studi e a livello spirituale dei seminaristi».(160)

Occorre prestare un'attenzione speciale alla situazione di alcune Chiese in Oceania, in particolare a quelle della Papua Nuova Guinea, delle Isole Salomone e delle altre isole Stato del Pacifico, dove sono stati aperti nuovi seminari per provvedere al numero crescente di seminaristi che attendono di essere formati nelle loro proprie regioni e nella loro cultura. Mentre hanno espresso gratitudine per il dono prezioso di nuove vocazioni, i Padri sinodali hanno pure preso atto della necessità di un corpo insegnante locale, adeguatamente formato per scopi sia accademici che educativi. Sono state fatte alcune proposte per superare l'attuale situazione critica, compresa la condivisione di personale all'interno dell'Oceania. Si dovrebbero offrire maggiori opportunità ai sacerdoti diocesani locali di studi superiori sia nella regione sia all'estero. Si dovrebbe approntare un programma di scambi reciprocamente approvato per venire incontro a questi diversi bisogni. La preoccupazione prioritaria dei Vescovi è la formazione integrale umana e pastorale dei seminaristi nel proprio contesto culturale. Occorre trovare soluzioni per provvedere al necessario sostegno economico dei seminari, che attualmente sono un pesante fardello per molte Diocesi. Dove le risorse sono insufficienti in Oceania, occorrerà fare appello alla più ampia articolazione della Chiesa, agli Ordini, alle Congregazioni e agli Istituti religiosi per aiutare le giovani Chiese a formare personale locale qualificato.(161) Il futuro della Chiesa in Oceania dipende in larga parte proprio da questo, poiché la Chiesa non può funzionare senza il sacerdozio sacramentale, e non può agire bene senza buoni sacerdoti.

La vita dei ministri ordinati

49. Sin dal Concilio Vaticano II, il sacerdote si è trovato ad affrontare cambiamenti, sviluppi e sfide della società contemporanea. I Padri del Sinodo hanno preso atto «della perseverante fedeltà e dell'impegno dei sacerdoti nel loro ministero sacerdotale. Tale fedeltà colpisce anche di più se si tiene conto che è vissuta in un mondo di incertezze, di isolamento, di frenetica attività e, talvolta, di indifferenza e di apatia. Riconosciamo che la fedeltà dei sacerdoti è una forte testimonianza della compassione di Cristo per tutto il suo Popolo, e per questo li lodiamo».(162)

La vita del sacerdote è assolutamente modellata sull'esempio di Cristo, che ha dato se stesso affinché tutti avessero la vita in pienezza. Mediante il sacerdozio ordinato, la presenza di Cristo è resa visibile in mezzo alla comunità. Questo non significa, tuttavia, che i sacerdoti siano esenti da debolezze umane o dal peccato. Pertanto, ogni sacerdote ha bisogno di una continua conversione e apertura allo Spirito per approfondire il suo affidamento sacerdotale in fedeltà a Cristo. «Per preservare questa fedeltà, il Sinodo invita il clero a rinnovare gli sforzi per modellare la propria vita di preghiera su quella di Cristo e ad adottare uno stile di vita che rifletta la vita di Cristo, fatta di semplicità, di fiducia nel Padre, di generosità verso i poveri e di identificazione con quelli che non hanno potere».(163)

Il Sinodo era conscio dell'erosione della identità sacerdotale, in particolare della denigrazione del celibato sacerdotale in un mondo influenzato da valori che sono contrari alle richieste del Vangelo. Il celibato sacerdotale è un mistero profondo radicato nell'amore di Cristo, ed esige una relazione con lui e con il suo Corpo, la Chiesa, che sia radicale, amorevole, capace di abbracciare tutto. Il celibato è il dono di Dio a quanti sono chiamati a vivere la vita cristiana come sacerdoti, ed è una grande grazia per la Chiesa intera, una testimonianza del dono totale di sé per amore del Regno. I valori perenni del celibato evangelico e della castità dovrebbero essere difesi e spiegati dalla Chiesa nelle culture che non li hanno mai conosciuti e nelle società contemporanee, nelle quali essi sono poco compresi o apprezzati. Un ulteriore approfondimento del mistero cristiano del celibato aiuterà quanti hanno accolto tale dono a viverlo più fedelmente e più serenamente.(164)

Il Concilio Vaticano II ha insegnato che «i sacerdoti, costituiti mediante il Sacramento nell'ordine del Presbiterato, sono tutti legati tra loro da un'intima fraternità sacramentale; ma in modo speciale formano un unico Presbiterio nella Diocesi al cui servizio sono ascritti sotto il proprio Vescovo».(165) Infatti, i sacerdoti insieme con il loro Vescovo costituiscono una comunità unica, spesso chiamata presbyterium. In maniera speciale la communio del presbyterium trova espressione liturgica nel rito dell'Ordinazione sacerdotale e nella concelebrazione dell'Eucaristia insieme con il Vescovo, in modo speciale nella Messa Crismale del Giovedì Santo. I sacerdoti malati, anziani e pensionati hanno un posto speciale nel presbyterium. Quale segno del riconoscimento della Chiesa per la loro fedeltà, ad essi si dovrà provvedere sempre assistenza e sostentamento adeguati. I ministri consacrati che lasciano le responsabilità dirette per andare in pensione dovrebbero percepire di avere ancora un posto rispettato all'interno del presbyterium.(166)

La communio del presbyterium ha anche altri aspetti pratici. «I sacerdoti hanno bisogno della compagnia e del supporto degli altri sacerdoti e del proprio Vescovo. I Vescovi sono incoraggiati a far sentire ai loro fratelli sacerdoti che sono veramente i loro collaboratori nella vigna del Signore. Dovrebbero inoltre incoraggiare i loro sacerdoti ad aiutarsi l'un l'altro in una atmosfera fraterna al fine di costituire un clero locale diocesano forte, mediante il mutuo sostegno e un costante rinnovamento».(167) Questo sostegno nell'affetto fraterno è particolarmente importante nelle situazioni delle isole, dove molti sacerdoti provengono da società che hanno forti vincoli comunitari, e dove spesso si trovano con un posto di speciale onore a causa della loro Ordinazione e del loro rango nella società. «Trattati in questo modo dalla loro gente, a loro è richiesto di servire. Hanno quindi bisogno di un forte supporto per stabilire le proprie tradizioni e il proprio stile di vita di sacerdoti diocesani».(168)

La vita di Vescovi, sacerdoti e diaconi esige una continua formazione e occasioni per rinnovare lo zelo nella divina vocazione. I Padri Sinodali hanno raccomandato che ci siano appropriate opportunità spirituali, pastorali, intellettuali e ricreative, per aumentare la capacità di servire in maniera efficace e per impegnarsi con forza nella missione lungo gli anni. Il Sinodo ha delineato alcuni aspetti della formazione permanente: «A tutti si ricorda che l'adempimento dei loro doveri quotidiani comprende tutto ciò che è necessario per sostenere e arricchire la vita spirituale: celebrazione dell'Eucaristia, lettura quotidiana e studio della Bibbia, preghiera dell'Ufficio Divino, l'avvicinamento di altre fonti per la predicazione e l'insegnamento, l'ascolto delle confessioni, la lettura di libri e di riviste teologiche; si dovrà fare uno sforzo personale per partecipare ai ritiri, alle conferenze, come pure prendersi un periodo annuo di permesso, anche se ciò implica una assenza nell'esercizio dei compiti pastorali; la formazione permanente esige che tutti i sacerdoti continuino a sviluppare le proprie capacità di annuncio del messaggio evangelico, in modo che questo possa essere compreso dal loro popolo; la formazione permanente non è soltanto intellettuale, ma anche spirituale, umana e pastorale. I Vescovi sono invitati ad organizzare nella propria Diocesi la formazione permanente in conformità ai principi sopra descritti; saranno pure previsti dei congedi di studio e di rinnovamento spirituale per tutto il clero».(169) I Padri sinodali hanno espresso il desiderio di offrire cura pastorale ai loro sacerdoti con l'apertura ai loro bisogni in qualsiasi circostanza; inoltre, si sono manifestati sensibili alla situazione di quanti hanno lasciato il sacerdozio.

In alcune parti dell'Oceania, abusi sessuali da parte di sacerdoti e di religiosi sono stati causa di grandi sofferenze e di danno spirituale per le vittime. E stato pure un grave danno alla vita della Chiesa ed è divenuto un ostacolo all'annuncio del Vangelo. I Padri del Sinodo hanno condannato ogni genere di abusi sessuali come pure ogni forma di abuso di potere, sia all'interno della Chiesa che più in generale nella società. L'abuso sessuale all'interno della Chiesa è una profonda contraddizione all'insegnamento ed alla testimonianza di Gesù Cristo. I Padri sinodali hanno espresso le loro scuse incondizionate alle vittime per il dolore e la delusione causati loro.(170) La Chiesa in Oceania è alla ricerca di giuste procedure per rispondere alle lagnanze in tale ambito, ed è impegnata in modo inequivocabile nel provvedere alla cura compassionevole ed efficace per le vittime, le loro famiglie, l'intera comunità e i colpevoli stessi.

Il Diaconato permanente

50. Il Concilio Vaticano II ha deciso di ripristinare il Diaconato permanente come parte del ministero ordinato della Chiesa latina ed è stato introdotto in alcune Diocesi dell'Oceania, dove è stato ben accolto. Un vantaggio particolare del Diaconato permanente è la sua adattabilità a una grande varietà di necessità pastorali locali. I Vescovi riuniti in Sinodo hanno reso grazie per l'opera instancabile e per lo zelo dei diaconi permanente in Oceania, e si sono mostrati consapevoli della generosità delle famiglie dei diaconi sposati. La formazione appropriata dei diaconi è vitale, come lo è una seria catechesi e preparazione in tutta la Diocesi, specialmente nelle comunità dove essi dovranno prestare il loro servizio.(171) E importante, inoltre, che essi ricevano una formazione permanente. E un bene che sacerdoti e diaconi, ciascuno rispondendo alla propria specifica vocazione, lavorino insieme strettamente nella predicazione del Vangelo e nell'amministrazione dei Sacramenti.(172)

La vita consacrata

51. La storia della fondazione della Chiesa in Oceania è in larga parte storia dell'apostolato missionario di innumerevoli consacrati e consacrate, che con dedizione altruistica hanno annunciato il Vangelo in una vasta gamma di situazioni e di culture. Il loro costante impegno nell'opera dell'evangelizzazione rimane di fondamentale importanza e continua ad arricchire la vita della Chiesa in modi specifici. La loro vocazione li rende esperti nella communio della Chiesa; nel perseguimento della perfezione della carità al servizio del Regno, offrono risposta alla ricerca assetata di spiritualità dei popoli dell'Oceania e sono segno della santità della Chiesa.(173) I Pastori dovrebbero affermare sempre l'eccezionale valore della vita consacrata e rendere grazie a Dio per lo spirito di sacrificio di famiglie disposte a donare uno o più dei loro figli al Signore in questa splendida vocazione.(174)

Fedeli ai carismi della vita consacrata, le Congregazioni, gli Istituti e le Società di vita apostolica si sono coraggiosamente adattati alle nuove circostanze e hanno manifestato in modi nuovi la luce del Vangelo. Una buona formazione è vitale per il futuro della vita consacrata, ed è essenziale che gli aspiranti ricevano la migliore formazione teologica, spirituale e umana possibile. A tale riguardo, i giovani dovrebbero adeguatamente essere accompagnati nei primi anni del loro itinerario di discepolato. Data l'importanza centrale della vita consacrata nella Chiesa in Oceania, è importante che i Vescovi rispettino il carisma degli Istituti religiosi e li incoraggino in ogni modo a condividere con la Chiesa particolare i propri carismi. Ciò può essere fatto mediante il coinvolgimento nella pianificazione e nei processi di decisione della Diocesi; per lo stesso motivo, i Vescovi dovrebbero incoraggiare i religiosi e le religiose ad associarsi all'attuazione dei piani pastorali della Chiesa particolare.

Gli Ordini contemplativi hanno messo radici in Oceania, attestando in modo speciale la trascendenza di Dio e il valore supremo dell'amore di Cristo. Essi rendono testimonianza all'intimità della comunione fra la persona, la comunità e Dio. I Padri sinodali hanno dimostrato di essere coscienti che la vita di preghiera nella vocazione contemplativa è vitale per la Chiesa in Oceania. Dal cuore stesso della Chiesa e in maniere misteriose, essa ispira e influenza i fedeli a vivere più radicalmente la vita di Cristo. Perciò, i Vescovi hanno fortemente sottolineato che non deve mai cessare di esservi in Oceania un profondo apprezzamento della vita contemplativa e una ferma determinazione a promuoverla in ogni modo possibile.(175)

52. Considerando la generosità di Dio in Oceania e il suo infinito amore per i popoli che la abitano, come potremmo non rendere grazie a Lui, dal quale proviene ogni cosa buona? E fra tutti questi doni, come potremmo non renderGli lode in maniera speciale per l'insondabile tesoro della fede e la chiamata alla missione che questo comporta? Abbiamo riposto la nostra fede in Cristo, ed è la sua parola che noi siamo stati chiamati a proporre nelle concrete circostanze del nostro tempo e delle nostre culture. L'Assemblea Speciale per l'Oceania ha offerto molti indirizzi e suggerimenti che devono essere assunti dalle Chiese del Continente per far sì che esse facciano la loro parte nell'opera della nuova evangelizzazione. Di fronte a qualsiasi difficoltà, siamo chiamati a tale compito dal Risorto, che ha comandato a Pietro ed agli Apostoli: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca» (Lc 5, 4). La fede in Gesù ci insegna che la nostra speranza non è vana e possiamo dire con Pietro: «Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5, 5). Il risultato è strabiliante: «Presero una quantità enorme di pesci» (Lc 5, 6). Anche se le acque dell'Oceania sono molte, vaste e profonde, la Chiesa in Oceania non può cessare di camminare gioiosamente e fiduciosamente con Cristo, annunciando la sua verità e vivendo la sua vita. Ora è il tempo della grande pesca!

 

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