L'orgoglio
XIV, 1. E' giusto e santo, fratelli, che noi siamo ubbidienti a Dio, piuttosto che seguire nell'arroganza e nella sedizione i capi dell'esecranda gelosia. 2. Noi ci esponiamo non ad un danno leggero, bensì ad un grande pericolo se audacemente ci abbandoniamo ai voleri di uomini che gettano nella contesa e nelle sedizioni per distoglierci da ciò che è bene. 3. Siamo buoni gli uni verso gli altri, secondo la compassione e la dolcezza di chi ci ha fatti. 4. E' scritto: "I buoni abiteranno la terra, e gli innocenti resteranno su di essa, ma i peccatori vi saranno sterminati". 5. E dice di nuovo: "Ecco l'empio esaltato e innalzato come i cedri del Libano; passai e non c'era più e cercai il luogo dov'era e non lo trovai. Custodisci l'innocenza e osserva la rettitudine. Per l'uomo pacifico c'è una posterità".
Unità e pace
XV, 1. Uniamoci, dunque, a quelli che religiosamente vivono la pace e non a quelli che la vogliono con ipocrisia. 2. Dice infatti: "Questo popolo mi onora con le labbra e il suo cuore è lontano da me". 3. E di nuovo: "Con la bocca mi benedicevano e con il cuore mi maledicevano". 4. Di nuovo dice: "Lo amavano con la bocca e con la lingua gli mentivano, il loro cuore non era retto con lui, nè rimanevano fedeli alla sua alleanza". 5. Per questo "divengano mute le loro labbra ingannatrici che dicono iniquità contro il giusto". E di nuovo: "Disperda il Signore tutte le labbra ingannatrici, la lingua orgogliosa, quel1i che dicono: noi renderemo potente la nostra lingua, le nostre labbra sono per noi. Chi è padrone di noi? 6. Per la miseria dei poveri e i lamenti dei bisognosi mi leverò, dice il Signore, li porrò in salvo; 7. e parlerò liberamente con loro".
Umiltà di Cristo
XVI, 1. Cristo è degli umili, non di chi si eleva sul suo gregge. 2. Lo scettro della maestà di Dio, il Signore Gesù Cristo, non venne nel fragore della spavalderia e dell'orgoglio - e l'avrebbe potuto - ma nell'umiltà di cuore, come lo Spirito Santo ebbe a dire di lui: 3. "Signore, chi credette alla nostra voce? e il braccio del Signore a chi fu rivelato? Noi l'annunciammo alla sua presenza: egli è come un fanciullo, come una radice nella terra assetata; non ha apparenza nè gloria. Noi lo vedemmo, non aveva una bella apparenza, ma l'aspetto suo era spregevole, lontano dall'aspetto degli uomini. Come l'uomo che è nel dolore e nel travaglio e che sa sopportare l'afflizione perché nasconde il suo volto, non fu onorato e tenuto in considerazione. 4. Egli porta i nostri peccati e soffre per noi, e noi l'abbiamo considerato punito, castigato da Dio e umiliato. 5. Egli fu ferito per i nostri peccati e tribolato per le nostre malvagità. I1 castigo che ci dà salvezza è su di lui; fummo risanati per le sue lividure.6. Tutti come pecore eravamo sbandati; l'uomo si era sviato dal suo cammino. 7. E il Signore diede lui per i nostri peccati, e lui per essere stato maltrattato, non apre bocca. Come pecora fu condotto al macello e come l'agnello muto davanti a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nell'umiliazione fu tolta la sua condanna. 8. Chi spiegherà la sua generazione? La sua vita è presa dalla terra. 9. Per le malvagità del mio popolo è giunto alla morte. 10. E darò i malvagi in cambio della sua sepoltura e i ricchi in cambio della sua morte. 11. Se fate sacrifici per il peccato, la vostra anima vedrà una lunga posterità. 12. E il Signore vuole liberarlo dall'afflizione della sua anima, mostrargli la luce e plasmarlo con l'intelligenza e giustificare il giusto che si fa servo di molti; ed egli porterà i loro peccati. 13. Per questo egli erediterà molti e dividerà le spoglie dei forti come ricompensa, poiché fu consegnata alla morte la sua anima, e fu considerato tra i malvagi. 14. Egli portò i peccati di molti e fu tradito per i loro peccati". 15. E di nuovo egli dice: "Io sono un verme e non un uomo, obbrobrio degli uomini e disprezzo del popolo. 16. Tutti quelli che mi vedono mi scherniscono, parlano tra le labbra e scuotono il capo: ha sperato nel Signore, Lui lo liberi, lo salvi se lo vuole". 17. Vedete, carissimi, quale modello ci è dato! Se il Signore si è umiliato a tal punto, che cosa faremo noi che, per mezzo suo, siamo venuti sotto il giogo della sua grazia?
Umiltà di santi
XVII, 1. Siamo imitatori di quelli che camminavano nelle pelli di capra e di pecora annunziando la venuta di Cristo. Alludiamo ai profeti Elia ed Eliseo ed anche Ezechiele, ed oltre a questi anche a coloro che resero testimonianza. 2. Fu grandemente testimoniato Abramo e fu chiamato amico di Dio, e dice con umiltà guardando alla gloria di Dio: "Io sono polvere e cenere". 3. Anche di Giobbe è scritto così: a Giobbe era giusto, irreprensibile, veritiero, pio, alieno da ogni male". 4. Ma egli si accusa dicendo: "Nessuno è mondo da macchia, neppure se la sua vita è di un giorno". 5. Mosè fu chiamato "il fedele in tutta la sua casa" e per il suo servizio Dio punì l'Egitto con i flagelli e i tormenti. Ma egli, grandemente onorato, non si vantò e disse dal roveto quando ebbe la rivelazione: "Chi sono io, perché mandi me? Io sono debole di voce e di lingua tarda". 6. E di nuovo dice: "Io sono vapore che esce dalla pentola".
Umiltà di David
XVIII, 1. Che diremo di David cui fu data testimonianza? A lui disse il Signore: "Ho trovato un uomo secondo il mio cuore, David figlio di Iesse; lo unsi nella mia eterna misericordia". 2. Ma anch'egli dice a Dio: "Abbi pietà di me, secondo la tua grande pietà e la pienezza della tua compassione cancelli la mia iniquità. 3. Lavami dalla mia malvagità e purificami dal mio peccato perché io conosco la mia iniquità e il mio peccato mi è sempre davanti. 4. Contro te solo ho peccato ed ho fatto il male alla tua presenza, perché tu sia trovato giusto nelle tue parole e vinca quando sei chiamato in giudizio. 5. Ecco, sono stato concepito nell'iniquità e nei peccati mi concepì mia madre. 6. Ecco, tu hai amato la verità e mi hai svelato gli arcani e i segreti della tua sapienza. 7. Mi aspergerai con l'issopo e sarò purificato, mi laverai e sarò bianco più della neve. 8. Mi farai sentire allegria e gioia ed esalteranno le ossa umiliate. 9. Distogli il tuo volto dai miei peccati e cancella tutte le mie iniquità. 10. Crea in me un cuore puro, o Dio, e rinnova nelle mie viscere uno spirito retto. 11. Non cacciarmi dal tuo cospetto e non togliere da me il tuo santo spirito. 12. Dammi la gioia della tua salvezza e fortificami con lo spirito che mi guidi. 13. Insegnerò ai perversi le tue vie e gli empi si convertiranno a te. 14. Purificami dai delitti di sangue, o Dio, Dio della mia salvezza. 15. La mia lingua celebrerà la tua giustizia. Signore tu aprirai la mia bocca e le mie labbra annunzieranno la tua lode. 16. Se tu volessi un sacrificio lo darei; tu non ti compiaci di olocausti. 17. E' sacrificio a Dio uno spirito contrito; Dio non disprezzerà un cuore contrito ed umiliato".
La pace
XIX, 1. L'umiltà e la modestia di siffatti uomini, tanto celebri per l'obbedienza, hanno reso migliori non solo noi, ma anche le generazioni a noi precedenti e quelli che recepiscono le parole di Lui nel timore e nella verità. 2. Partecipi, dunque, di molte e grandi azioni gloriose, corriamo verso la meta di pace dataci fin dal principio e guardiamo il padre e creatore di tutto l'universo. Attacchiamoci ai doni e ai benefici della pace, magnifici e sublimi. 3. Contempliamolo con il pensiero e guardiamo con gli occhi dell'anima la grande sua volontà! Consideriamo quanto sia equanime verso ogni sua creatura.
L'armonia del mondo nella pace e nella concordia
XX, 1. I cieli che si muovono secondo l'ordine di Lui gli ubbidiscono nell'armonia. 2. Il giorno e la notte compiono il corso da Lui stabilito e non si intralciano a vicenda. 3. Il sole e la luna e i cori delle stelle secondo la Sua direzione girano in armonia senza deviazione per le orbite ad essi assegnate. 4. La terra, feconda per Sua volontà, produce abbondante nutrimento per gli uomini, per le fiere e per tutti gli animali che vivono su di essa, senza riluttanza e senza cambiare nulla dei Suoi ordinamenti. 5. Le cose misteriose degli abissi e i giudizi inesplicabili degli inferi sono retti dagli stessi ordinamenti. 6. La massa del mare immenso che nella sua creazione si raccolse nei suoi antri, non supera i limiti posti, ma come fu ad esso ordinato, così agisce. 7. Disse infatti: "Fin qui tu verrai, e i tuoi flutti si infrangeranno in te stesso". 8. L'oceano senza fine per gli uomini e i mondi, che sono oltre, sono retti dalle stesse leggi del Signore. 9. Le stagioni di primavera, d'estate, d'autunno e d'inverno si susseguono in armonia una dopo l'altra. 10. I venti nell'incalzarsi compiono nel proprio tempo il loro servizio senza intralcio; le sorgenti perenni create per il rinfrancamento e la salute, senza mai cessare, offrono da bere per la vita degli uomini. Anche gli animali più piccoli si riuniscono nella pace e nella concordia. 11. Il creatore e signore dell'universo dispose che tutte queste cose fossero nella pace e nella concordia, benefico verso tutto e particolarmente verso di noi che ricorriamo alla sua pietà per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo. 12. A Lui la gloria e maestà nei secoli dei secoli. Amen.
Ubbidienza al Signore
XXI, 1. Guardate, carissimi, che i numerosi benefici di Lui non diventino condanna per noi se vivendo in modo degno di Lui non facciamo nella concordia ciò che è bello e gradito al suo cospetto. 2. Dice, infatti, in un luogo: "Lo Spirito del Signore è lucerna che esplora le profondità delle viscere". 3. Consideriamo che egli è vicino e nulla gli sfugge nè dei nostri pensieri nè dei discorsi che facciamo. 4. E' quindi giusto che non ci discostiamo dalla sua volontà. 5. E' meglio urtare gli uomini stolti, ignoranti, superbi, vanagloriosi nella spavalderia della loro parola che urtare Dio. 6. Veneriamo il Signore Gesù Cristo il cui sangue fu dato per noi, rispettiamo quelli che ci guidano, onoriamo gli anziani, educhiamo i giovani al timore di Dio, indirizziamo al bene le nostre donne. 7. Esse mostrino l'indimenticabile costume della purezza, manifestino la loro vera volontà di pace, rendano palese la moderazione della loro lingua mediante il silenzio ed esercitino la carità non secondo le passioni, ma santamente senza parzialità per tutti quelli che temono Dio. 8. I nostri figli partecipino dell'educazione in Cristo; imparino che cosa possano l'umiltà e l'amore presso il Signore e come sia bello e grande il timore di Lui che salva tutti quelli che vivono santamente in Lui con mente pura. 9. Egli è scrutatore dei pensieri e dei sentimenti. Il suo spirito è in noi, e quando vuole lo toglie.
La grandezza della fede e la miseria dei peccatori
XXII, 1. La fede in Cristo conferma tutte queste cose. Egli per mezzo dello Spirito Santo così ci esorta: "Figli, ascoltatemi: vi insegnerò il timore del Signore. 2. Chi è l'uomo che vuole la vita, desiderando vedere giorni felici? Frena la tua lingua dal male e le tue labbra dal parlare con inganno. 4. Evita il male e opera il bene. 5. Cerca la pace e perseguila. 6. Gli occhi del Signore sono sui giusti e le sue orecchie attente alla loro supplica. La faccia del Signore è verso quelli che fanno il male, per distruggere dalla terra il loro ricordo. 7. Il giusto ha gridato e il Signore l'ha ascoltato e l'ha liberato da tutti gli affanni. 8. Molte sono le tribolazioni del giusto, ma da tutte lo libererà il Signore". E ancora: "Molte sono le afflizioni del peccatore, ma la misericordia circonderà coloro che sperano nel Signore".
Fede in Cristo
XXIII, 1. Il Padre misericordioso e benevolo in tutto ha cuore verso coloro che lo temono, e con dolcezza e con soavità offre le sue grazie a quelli che si rivolgono a lui con semplicità di pensiero. 2. Perciò non restiamo dissociati, nè la nostra anima si gonfi dei suoi benefici sovrabbondanti e magnifici. 3. Non sia per noi la Scrittura quando parla: "Infelici quelli dall'animo doppio e vacillanti nello spirito che dicono: queste cose udimmo già dai padri nostri, ora siamo diventati vecchi e nulla di questo ci è accaduto. 4. O stolti paragonatevi ad un albero; prendete ad esempio la vite; prima perde le foglie, poi si ha il germoglio, poi la foglia, poi il fiore e dopo ciò il grappolo verde, infine l'uva matura".Vedete che in poco tempo il frutto dell'albero si matura. 5. In verità presto e improvvisamente si compirà la volontà di Lui, e lo attesta anche la Scrittura: "Egli verrà presto e non tarderà" e "all'improvviso verrà il Signore nel suo tempio e il santo che voi attendete".
La risurrezione
XXIV, 1. Carissimi, notiamo come il Signore ci mostri di continuo la futura resurrezione di cui ci diede come primizia il Signore Gesù Cristo risuscitandolo dai morti. 2. Osserviamo, carissimi, la resurrezione che avviene di volta in volta. 3. Il giorno e la notte ci mostrano la resurrezione; cessa la notte e sorge il giorno; se ne va il giorno e sopraggiunge la notte. 4. Prendiamo i frutti. In che modo e in qual parte germoglia il seme? 5. Uscì il seminatore e gettò nella terra i semi; secchi e nudi caduti nella terra si dissolvono. Poi la grandezza della provvidenza del Signore li fa rinascere, e da uno solo crescono molti e portano frutto.
La fenice
XXV, 1. Consideriamo lo strano prodigio che avviene nelle terre d'oriente, cioè in quelle vicino all'Arabia. 2. Vi è un uccello chiamato fenice: è il solo della specie e vive cinquecento anni. Quando è vicino a morire si fa un nido con incenso, mirra ed altri aromi e giunta l'ora vi entra e muore. 3. Dalla carne in putrefazione nasce un verme che nutrendosi dei succhi dell'animale morto, mette le ali. Poi, divenuto forte prende quel nido in cui sono le ossa del suo genitore e portandoselo passa dall'Arabia all'Egitto nella città chiamata Eliopoli. 4. E di giorno sotto lo sguardo di tutti, volando sull'altare del sole lo depone e così torna indietro. 5. Pertanto i sacerdoti esaminano gli annali e trovano che esso è giunto al compiersi del cinquecentesimo anno.
La grandezza delle promesse
XXVI, 1. Riteniamo, dunque, cosa grande e straordinaria che il creatore dell'universo opererà la risurrezione di coloro che lo hanno servito santamente nella sicurezza di una fede sincera. Non ci comprova anche in un uccello la grandezza della sua promessa? 2. Dice infatti: "Mi risusciterai e ti loderò". E: "Mi coricai e dormii, mi svegliai poiché tu sei con me". 3. E ancora dice Giobbe: "E risusciterai questa mia carne che ha sopportato queste cose".