CONCLUSIONE
22. La liturgia non esaurisce tutta l'attività della Chiesa, come ha ricordato la costituzione «Sacrosanctum Concilium» (cfr. «Sacrosanctum Concilium», 9). Essa, però, è una sorgente e un vertice (cfr. «Sacrosanctum Concilium», 10). E'una sorgente perché, soprattutto nei sacramenti, i fedeli attingono abbondantemente l'acqua della grazia, che sgorga dal fianco del Cristo crocifisso. Per riprendere un'immagine cara al Papa Giovanni XXIII, essa è come la fontana del villaggio, alla quale ogni generazione viene ad attingere l'acqua sempre viva e fresca. E'anche un vertice, sia perché tutta l'attività della Chiesa tende verso la comunione di vita con Cristo, sia perché è nella liturgia che la Chiesa manifesta e comunica ai fedeli l'opera della salvezza, compiuta una volta per tutte da Cristo.
23. Sembra sia venuto il tempo di ritrovare il grande soffio che sospinse la Chiesa nel momento in cui la costituzione «Sacrosanctum Concilium» fu preparata, discussa, votata, promulgata e conobbe le prime misure di applicazione. Il grano fu seminato: esso ha conosciuto il rigore dell'inverno, ma il seme ha germogliato, è divenuto un albero. Si tratta, in effetti, della crescita organica di un albero tanto più vigoroso, quanto più profondamente spinge le radici nel terreno della Tradizione (cfr. «Sacrosanctum Concilium», 23). Desidero ricordare ciò che dissi al convegno delle commissioni liturgiche nel 1984: nell'opera del rinnovamento liturgico, voluta dal Concilio, bisogna tener presente «con grande equilibrio la parte di Dio e quella dell'uomo, la gerarchia e i fedeli, la tradizione e il progresso, la legge e l'adattamento, il singolo e la comunità, il silenzio e lo slancio corale. Così la liturgia della terra si riannoderà a quella del cielo, dove... si formerà un solo coro... per inneggiare ad una sola voce al Padre per mezzo di Gesù Cristo». («Allocutio ad eos qui interfuerunt Conventui Praesidium et Secretariorum Commissionum Nationalium de Liturgia», 6, die 27 oct. 1984: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VII, 2 [1984] 1054).
Con tale fiducioso auspicio, che nel cuore si trasforma in preghiera, imparto a tutti l'apostolica benedizione.
Dal Vaticano, il 4 dicembre dell'anno 1988, undicesimo di Pontificato.